Porfiria Variegata (VP)

Cos’è

La porfiria variegata è una delle tre forme di porfiria epatica acuta ed è caratterizzata come la porfiria acuta intermittente da attacchi neuroviscerali e raramente anche da lesioni cutanee.

La VP è causata da differenti mutazioni nel gene PPOX che porta a un deficit del penultimo enzima nella via della biosintesi dell’eme (la protoporfirinogeno ossidasi).

Come per la porfiria acuta intermittente (AIP) e la coproporfiria ereditaria (HCP) ne consegue un accumulo di precursori dell’eme acido delta-aminolevulinico, (ALA) e porfobilinogeno (PBG) che hanno effetto neurotossico.

Inoltre, si possono accumulare anche altri precursori come la coproporfirina e soprattutto la protoporfirina, responsabile della sintomatologia fotosensibile.

La diagnosi si basa sulla quantificazione di questi metaboliti ed infine la conferma della malattia si esplica tramite l’esecuzione di un’analisi genetica su un campione di sangue del paziente e, ove possibile, dei suoi familiari.

Come si manifesta: i sintomi

Essendo una porfiria di tipo acuto, gli attacchi sono comunemente scatenati da fattori esogeni (farmaci porfirinogeni, alcool, infezioni, dieta ipocalorica, stress) e/o endogeni (ormonali, legati al ciclo mestruale e da qui la maggiore incidenza sulla popolazione femminile).

L’esordio avviene solitamente in età adulta, dopo la pubertà e per lo più nelle donne date le fluttuazioni ormonali. Ci sono casi in cui la malattia non si manifesta mai, in modo eclatante, nel corso della vita. In generale i sintomi sono simili all’AIP:

  • nausea
  • vomito
  • dolore addominale acuto
  • stipsi
  • dolore toracico e/o dorsale
  • dolore e debolezza muscolare

A questi si possono aggiungere sintomi della sfera cognitiva come:

  • ansia
  • depressione
  • confusione mentale e insonnia

Spesso il paziente avverte l’arrivo di una crisi dall’insorgere di ipertensione, tachicardia, iponatriemia e urine di colore scuro/rossastro. Inoltre, la maggioranza dei pazienti riferisce sintomi cronici (fatica, ansia, dolore addominale) con cui talvolta, si trova a convivere quotidianamente.

Come già sopra citato, i pazienti possono manifestare anche sintomi cutanei quali:

  • vescicole,
  • escoriazioni e/o aree ispessite, solitamente localizzati nelle zone maggiormente esposte ai raggi solari (mani, viso).

Tali lesioni possono essere anche molto dolorose, lasciare cicatrici e spesso essere iperpigmentate.

Ove non tempestivamente curate, le crisi possono sfociare in perdita di conoscenza, danno neurologico permanente, coma ed essere potenzialmente letali.

Proprio questa cronicità spesso complica il raggiungimento della diagnosi e/o ne rallenta le tempistiche. Spesso ai pazienti vengono erroneamente attribuite altre patologie caratterizzate da sintomi molto simili a quelli della VP e pur ricevendo trattamenti terapeutici, non ne traggono mai un beneficio tangibile.

Trattamenti

Gli attacchi acuti dovrebbero essere trattati con urgenza in regime ospedaliero, per via parenterale.

Si parte con infusioni di soluzione glucosata, seguita nella maggior parte dei casi da emina umana.

La gestione della malattia comprende sia la prevenzione degli attacchi (messa in guardia contro i fattori scatenanti) sia la riduzione del dolore (farmacologica).

È necessario inoltre proteggere la pelle dalle fonti di luce e schermarsi sempre con creme ad alto fattore di protezione.

Da Aprile 2021 è disponibile in Italia e rimborsato dal SSN, il farmaco innovativo Givlaari® (Givosiran), che si basa sul meccanismo naturale di silenziamento genico agendo “a monte”, in tal caso riducendo l’attività epatica di ALAS1 e diminuendo quindi l’accumulo di ALA e PBG.

L’effetto si traduce in una riduzione del numero di attacchi acuti, della loro gravità e in un miglioramento dei sintomi tra gli attacchi e quindi della qualità della vita.

La somministrazione avviene tramite iniezione sottocutanea, 1 volta al mese.

Con la diagnosi e il trattamento precoci, gli attacchi acuti sono raramente fatali e la malattia è raramente progressiva. Tuttavia, la porfiria variegata è un fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma epatocellulare.

Bibliografia

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